Area 755


Descrizione:

Si tratta del sepolcro degli Scipioni, "posto tra la via Appia e la via Latina, più vicino alla via Appia, poche centinaia di metri prima della Porta S. Sebastiano" (Touring 1993, p.484). La facciata del sepolcro, rivolta a NO, era costituita da un ordine di semipilastri di tufo con base attica, poggiante su un basamento tagliato nella roccia e ricoperto di affreschi per tutta la sua lunghezza. Dagli scarsi resti ancora esistenti si possono riconoscere tre strati sovrapposti di pitture, dei quali i primi due con una rappresentazione di scena storica, l’ultimo presentava una semplice decorazione ad onde stilizzate, dipinte in rosso. Le pitture, quasi sicuramente, coprono un arco cronologico che va dal II secolo all’inizio del I secolo a.C.. La costruzione del sepolcro, risalente ai primi decenni del III secolo a.C., si deve a Lucio Cornelio Scipione Barbato, console nel 298 e capostipite della famiglia.
Il sepolcro, scavato in un banco naturale di cappellaccio, presenta una pianta di forma all’incirca quadrata, con quattro gallerie che costituiscono i lati, e altre due che si incrociano perpendicolarmente al centro. I sarcofagi sono sistemati lungo le pareti, talvolta incavate per accoglierli, e intorno ai pilastri risultanti dall’intersezione delle gallerie. Dalle ricostruzioni proposte, si può ricavare che essi dovevano essere una trentina, di cui restano i frammenti di sedici (di cui sette conservano la relativa iscrizione). Ne esistono due tipi: quelli monolitici, scavati in un solo blocco di tufo, e quelli formati da lastroni accostati. La più antica deposizione, posta nella parete di fondo della galleria centrale, è quella di L.Cornelio Scipione Barbato. Si tratta di un sarcofago in peperino (l’originale è conservato ai Musei Vaticani) decorato con modanature alla base e ornato alla sommità con un fregio dorico composto con triglifi e metope con rosoni a rilievo. L’iscrizione dipinta sul coperchio fornisce, appunto, il nome ed il patronimico del defunto. Una seconda iscrizione, di una riga e mezzo, fu scalpellata e sostituita da un’altra in versi saturni, che, oltre ai dati onomastici e le cariche rivestite dal defunto, elencava le sue principali gesta. Le successive deposizioni cominciarono ad occupare il lato E del sepolcro, a sinistra della galleria centrale venne posto il sarcofago monolitico di L.Cornelio Scipione, figlio di Barbato e console nel 259 a.C.. Tra le altre deposizioni ricordiamo quella di P.Cornelio Scipione, flamine Diale, quella di L.Cornelio Scipione, questore nel1’anno 67 a.C., quella della moglie di Scipione l’Ispallo, ecc. All’estremità della galleria sinistra è ancora visibile una calcara medioevale dove venivano calcinati i marmi.
Intorno al 150 a.C. il sepolcro, oramai completamente occupato, venne ampliato con una nuova galleria aperta sul lato verso la via Appia. Il nuovo ipogeo, non comunicante con il sepolcro primitivo, aveva un ingresso indipendente, formato da un arco a conci di tufo dell’Aniene. Al suo interno sono stati rinvenuti frammenti di tre sarcofagi, di cui due con iscrizioni, ma si può identificare con sicurezza solo quella relativa a Cn.Cornelio Scipione Ispano.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Funeraria
Visibilità:   Visibile
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Area 754


Descrizione:

Si tratta di un struttura in conglomerato cementizio composto da frammenti di tufo di colore rosso e giallo allettati in malta di colore grigio scuro.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
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Fotografie:

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Area 753


Descrizione:

L’area è relativa ad una struttura costituita da quattordici archi consecutivi, con andamento lineare in direzione NNO-SSE, in conglomerato cementizio (costituito da frammenti di tufo di colore giallo e rosso e malta di colore grigio chiaro) e rivestimento in opera laterizia.
Le aperture degli archi sono state tamponate con blocchetti di tufo, laterizi di riutilizzo, scaglie di selce (in misura ridotta) e scarsi frammenti di marmo, legati da malta di colore grigio chiaro. Alcune di queste tamponature presentano archi di scarico, al di sopra dei quali sono visibili due fori, che dovevano fungere, probabilmente, da scolo per le acque. In corrispondenza del secondo arco (presso il civico 52) si addossa una struttura rettangolare in opera laterizia con materiali di riutilizzo (coppi, tegole, mattoni); nella sua parte inferiore è inserito un rocco di colonna con incisa, sulla sommità, una croce greca. La struttura (1.80 x 1 m ca) presenta al suo interno un rivestimento di malta idraulica.
Una parte delle arcate prosegue verso S-SE, all’interno di un cortile di una proprietà privata, sempre lungo via G. Baccelli (presso il civico 56).
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Area 718


Descrizione:

Si tratta di resti di muratura in conglomerato cementizio di tufo e malta grigia, di età romana, forse pertinenti ad un sepolcro.
Visibili ma non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Area 710


Descrizione:

Si tratta dei resti di muratura di una cisterna, di età romana, costituiti da un basamento in conglomerato di scaglie di selce e malta di colore viola. Il basamento è coperto da uno strato di circa 8-10 cm di malta idraulica (cocciopesto). Al di sopra di quest'ultimo sono ben visibili lacerti murari in conglomerato composto da laterizi e malta, rivestiti da paramento in opera laterizia.
Visibili ma non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Idrica
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma