Area 666667


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des

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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Funeraria
Visibilità:   Visibile
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Area 666666


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Descritto da Vincenzo

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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Funeraria
Visibilità:   Visibile
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Area 1019


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All'altezza del km. 10,350 della via Nomentana, su una piccola altura a sud della strada, sono visibili resti di strutture di epoca medioevale con molta probabilità costruite su un precedente edificio di età romana, oggi note con il nome di Ruderi del Coazzo. Quelle poste più a nord sono due strutture ortogonali conservate per un'altezza di 6 metri circa: la prima, con orientamento NE-SO, è realizzata in conglomerato di scaglie di selce e tufo unite da malta violacea e rivestita da una cortina in blocchetti di tufo; la seconda, con orientamento E-O, è in conglomerato di scaglie di selce, tufo, marmo e frammenti di laterizi e presenta una cortina in tufelli con ricorsi di laterizi. La terza struttura, posta a sud delle precedenti e parzialmente interrata, è realizzata in conglomerato di scaglie di tufo con cortina in blocchetti dello stesso materiale e mostra due vani, coperti da volta a botte, sui quali doveva in origine impostarsi un livello superiore. E' conservata per un'altezza di 3 metri circa.
Ai piedi e intorno alle strutture si nota una grande concentrazione di materiale archeologico di età romana: frammenti di tegole, laterizi, tufelli, travertino, lastrine pavimentali di marmo, tessere di mosaico, ceramica di uso comune, sigillata italica ed africana, ceramica aretina, frammenti di dolii e di intonaco dipinto. Una grande concentrazione di frammenti, in parte dilavati dalla sommità dell'altura, si trova anche a sud delle strutture.
Il complesso dei Ruderi del Coazzo, conosciuto anche con il nome di Torracci di S. Basilio e risalente al XIII secolo è, con molta probabilità, quanto rimane di un antico insediamento monastico di tipo rurale situato a poca distanza dal Casale di S. Basilio (area 630a). I ruderi, conosciuti nel Medioevo con il nome di S. Agata in quanto appartenuti all'omonima diaconia urbana, devono il loro attuale toponimo Coazzo ad una corruzione del nome Iacobacci, famiglia alla quale questi edifici appartennero nel XVI secolo (il complesso nel Medioevo rientrava, infatti, nelle proprietà della Basilica Vaticana la quale, in seguito al sacco di Roma del 1527, fu costretta per ragioni economiche a cederlo ad un tale Cola de Iacopatiis). La denominazione di S. Vasile, data all'edificio nella Carta di Eufrosino della Volpaia del 1547 (dove peraltro è indicato come già in rovina), ha invece fatto pensare ad una possibile identificazione dei ruderi con il vecchio Casale di S. Basilio, piuttosto che ad una costruzione rurale annessa allo stesso. Il complesso è segnalato in molti studi topografici sulla zona.
Le strutture devono essere state edificate su un precedente impianto di età romana come testimoniato dalla grande quantità di frammenti sparsi intorno ai ruderi e come già rilevato in precedenti indagini di superficie condotte negli anni '70. La presenza di una grande concentrazione di materiale archeologico in questo punto, risalente ad epoca arcaica, alto, medio e tardo repubblicana, è infatti segnalata da L. Quilici unitamente al rinvenimento di frammenti di epoca tardo repubblicana ed imperiale soprattutto nel settore nord ovest dell'area occupata dai ruderi (in questo punto L. Quilici, oltre alla presenza di materiale frammentario, segnala anche il rinvenimento di strutture murarie in opera reticolata e di molti basoli divelti).
Il complesso di età romana doveva in origine estendersi verso la via Nomentana e, forse, proprio a strutture connesse con questo impianto potrebbero riferirsi alcune distruzioni segnalate da R. Lanciani,verificatesi nel 1836 (in particolare veniva indicata la distruzione, da parte di alcuni operai addetti al restauro della via Nomentana, di alcune strutture con pavimenti in opus spicatum situati nella tenuta di S. Basilio della Propaganda, nel quarto detto il "Torraccio").
Nel 1978, in seguito alla distruzione di altre strutture murarie -verificatasi in concomitanza con i lavori per la costruzione di un campo di calcio- è intervenuta sul posto la Soprintendenza Archeo

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Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
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Area 1012


Descrizione:

Si tratta probabilmente della parte residenziale di una villa romana, in cui sono chiaramente visibili vari ambienti, con murature in opera laterizia ed in opera reticolata. Nella parte posta più a N è stato individuato un ambiente con pavimento in bipedali. La restante parte della villa sembra ancora in gran parte interrata e non ancora scavata.
Visibili ma non accessibili

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Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Abitativa  Produttiva
Visibilità:   Visibile
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Area 5224


Descrizione:

Si tratta di una tagliata stradale ricavata nel banco naturale di tufo. La tagliata è ancora utilizzata dal moderno tracciato di via Casale S.Nicola.
Visibili

Dimensioni:

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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Viaria
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
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In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma