Area 756


Descrizione:

L’area è relativa al colombario di Pomponius Hylas; il colombario, datato al periodo compreso tra il principato di Tiberio e di Nerone (14-68 d.C.), è costruito in opera cementizia rivestita di mattoni. La cronologia è stata attribuita in base alle pitture che ornano le pareti del colombario e al ritrovamento di due epigrafi dedicate una ad un servo di Tiberio, l’altra a due servi di Ottavia, figlia di Claudio e Messalina. Comunque, il sepolcro continuò ad essere utilizzato per un arco di tempo più lungo, almeno fino all’età flavia (II secolo d. C.): ospitò, infatti, in età flavia, le ceneri del liberto Pomponius Hylas, il cui nome appare su un mosaico di paste vitree.
Al sepolcro si giungeva mediante un diverticolo della via Latina e si accedeva mediante una ripida scala, tuttora conservata. Sul muro, di fronte alla scala, si apre una nicchia la cui abside è decorata con concreazioni calcaree. Al di sotto di questa è un pannello a mosaico di paste vitree inquadrato da una fascia di conchiglie. All’interno, un motivo a treccia delimita un campo, nel quale sono iscritti, i nomi dei coniugi defunti P.Hylas e la moglie Vitalina. Il mosaico comprende anche una decorazione figurata che ritrae due grifoni affrontati ad una cetra. Sulla destra si apre l’ambiente rettangolare del colombario, coperto a volta e terminante con un'abside, al centro della quale è situata un’edicola su podio inquadrata da due piccole colonne, con fregio e timpano, fiancheggiata da altre due edicole con timpani spezzati sui lati. La parete destra dell’ambiente è occupata da un’altra edicola con timpano; mentre la parete sinistra presenta due edicole, anch’esse con timpano triangolare, e decorate con stucco dipinto. Nel vano sottostante la scala è ancora conservato un sarcofago di terracotta coperto di tegole, che conserva le ossa del defunto. Si tratta di una delle ultime sepolture nell’ipogeo, subito dopo l’ambiente venne abbandonato a se stesso.
La volta ed il catino absidale sono decorati con un sottile arabesco che crea con i suoi girali un effetto di illusionismo spaziale. Nella volta, i girali di tralici di vite formano delle volute sulle quali aleggiano figure di amorini e di uccelli. Nel catino absidale, su tralci di melograno si librano piccoli insetti e tre figure femminili identificabili con le Nikai. Sull’arco che delimita il catino absidale è raffigurata una scena molto complessa. Alle estremità sono raffigurati due giovani sdraiati che indossano un manto leggero: quello di sinistra versa del liquido in una patera, quello di destra porge una patera. Al centro dell’arco vi sono due figure: a destra una figura giovanile vestita all’orientale, a sinistra un giovane inginocchiato che impugna una spada nella mano destra. Anche l’edicola centrale presenta delle pitture di estrema rilevanza. Sulla parete di fondo sono dipinte due figure, una maschile togata, ed una femminile, entrambi tengono in mano un rotolo, e al centro vi è una cista utilizzata per la celebrazione dei misteri. Le due figure rappresentano certamente i defunti fondatori del sepolcro, i cui nomi risultano nella tabella marmorea sottostante. Nello spazio triangolare del frontone è raffigurato un giovinetto da identificarsi con Dioniso; mentre sull’architrave è raffigurato l’episodio di Orfeo fra i Traci. La scena è ambientata in un santuario dionisiaco, sul cui sfondo sono le Menadi invasate.
In una delle edicole di sinistra, di età flavia, reca anch’essa rappresentazioni di contenuto simbolico: il centauro Chirone che insegna ad Achille a suonare la lira; sul fregio dell’architrave sono ancora visibili Cerbero e la figura di Ocno, barbato, calvo e con chitone manicato.
Tutte le raffigurazioni del colombario sembrano esprimere un carattere simbolico che alludono ai diversi destini dell’anima nell’aldilà.
Visibili

Dimensioni: "Sulla destra si apre lÆambiente rettangolare del colombario, scavato in parte nella roccia (misure 4 x 3 m ca)" (Coarelli 1997, p.361).

Localizzazione

I resti archeologici:

Il colombario venne scoperto da Pietro Campana durante gli scavi condotti nel 1831, destinati a raccogliere nuovi dati sul sepolcro degli Scipioni. Si trova all’interno di un parco pubblico, ma non è facilmente localizzabile, a meno che il colombario non si conosca in anticipo. Infatti al di sopra di esso è costruita una piccola casa su cui non è apposto alcun cartello indicante il sepolcro.

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Funeraria
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:
Guida d’Italia, Touring Club Italiano, Roma 1993, p.485. C.Pavia, Il Colombario di Pomponius Hylas, in Forma Urbis, supplemento al n. 6 (giugno 1996), pp.3-32. F.Coarelli, Roma, Roma-Bari 1997, pp.361-362 D.Mancioli, Il colombario di Pomponio Hylas, in Forma Urbis, Anno II n. 6 (giugno 1997), pp.17-22


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