Area 3716


Descrizione:

Si tratta dei resti della prua della nave allusiva alla triremi che trasportò il serpente del dio Esculapio da Epidauro a Roma. Della prua si conserva attualmente un tratto di muratura in blocchi di travertino, su cui è rappresentato il serpente arrotolato intorno al bastone di Esculapio. Questa costruzione, databile alla prima metà del I secolo a.C., è contemporanea ai ponti Fabricio e Cestio. Infatti, in occasione dell’edificazione dei due ponti, l’isola venne regolarizzata nei contorni a forma di nave a prua e a poppa.
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Funzione:   Non identificata
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Area 3715


Descrizione:

Il ponte Fabricio, noto anche come ponte dei Quattro Capi, fu costruito nel 62 a.C. dal Curator Viarum Lucio Fabricio, per unire la riva del Campo Marzio all’isola Tiberina. Il conglomerato è realizzato in blocchi di tufo e peperino, il paramento in lastre di travertino. Il rivestimento in mattoni risale al 1679, come testimonia un’iscrizione di Innocenzo XI. Il ponte è costituito da due grandi arcate a sesto ribassato che poggiano su un pilone centrale, in cui si apre un piccolo arco, per diminuire la pressione del fiume sulla costruzione. Al di sopra delle due arcate sono poste quattro iscrizioni, di cui due a valle e due a monte, che ricordano il nome del costruttore. Nella balaustra moderna sono inserite, all’inizio del ponte verso Campo Marzio, due erme quadrifronti, da qui il nome di ponte dei Quattro Capi.
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Area 3714


Descrizione:

Il Ponte Cestio fu costruito probabilmente nel corso del I secolo a.C., con una grande arcata e due archi minori alle estremità. Fu successivamente restaurato nel 370 d.C. dagli imperatori Valentiniano, Valente e Graziano, come mostra l’iscrizione nella spalletta destra del ponte. Il ponte, nella sua forma attuale, è il risultato di una ristrutturazione tardo-ottocentesca, che ha risparmiato della struttura antica l’arcata centrale.
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Area 3713


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Si tratta dei resti del pons Aemilius, noto anche come 'ponte Rotto'. Fu il primo ponte di pietra ad essere eretto a Roma. Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore nel 181-179 a.C. innalzarono i pilastri del ponte per sostenere una copertura in legno. Questa fu sostituita nel 142 a.C. da arcate in muratura. Successivamente il ponte fu restaurato e ricostruito più volte a causa della turbolenza delle acque del Tevere in questo tratto. Delle tre arcate rimaste due furono abbattute per erigere più a valle il ponte Palatino.
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Area 3708


Descrizione:

Si tratta dei resti dell'Emporium. Dopo la seconda guerra punica ebbe inizio a Roma una fase d'incremento demografico e commerciale, fu quindi necessario creare un nuovo complesso portuale. Fu scelta la pianura, interamente libera, a S dell'Aventino, dove gli edili L. Emilio Lepido e L. Emilio Paolo (193 a.C.) costruirono il nuovo porto: l'Emporium. Successivamente fu lastricato di pietra dai censori del 174 a.C., che lo suddivisero con barriere, creando scalinate di discesa al Tevere. Si trattava in origine di una banchina lunga 500 m ca, per una profondità di 90 m. Sul fronte della banchina erano murati grandi blocchi di travertino sporgenti, muniti di fori per ormeggiare le navi. Oggi sono visibili le strutture in opera mista di età traianea.
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Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Produttiva
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Un progetto a cura di
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Carma
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In collaborazione con
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