Area 4406


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala in questa zona la presenza dei resti di una torre medievale che si imposta su di una cisterna di epoca romana. Elementi strutturali della cisterna in calcestruzzo di selce sono ancora visibili sui lati S e SE della struttura. Della torre, costruita con blocchetti irregolari di tufo, si conserva un elevato di 3 m ca. Sui lati SE ed O si conservano 3 aperture, tamponate di recente, pertinenti alla struttura di epoca medioevale. Lungo il lato O si riconoscono alcuni blocchi in opera quadrata reimpiegati probabilmente nella struttura della torre. L'apertura sul lato S permette una parziale visibilità dell'interno dove si riconosce un arco centrale in opera laterizia. Rispetto all'attuale piano di calpestio il fondo dell'ambiente è più basso di 2 m ca. Notizie circa l'area ci vengono fornite da Quilici "150 m. ad E della strada della Borghesiana, 650 m. dal suo imbocco sulla Prenestina, una balza dominante della collina presenta un gruppo di rovine chioamate sul posto ruderi di Capotostolo: come resti medioevali sono notati dall'Ashby, dal Lanciani, dal Coste, dal De Rossi. Sul luogo va identificata una torre, che appunto sorgeva su rovine antiche, delineata nella carta di Eufrosino della Volpaia: l'Ashby vi accenna un casale completamente medioevale, che nascondeva al suo tempo la costruzione romana" (Quilici 1974, p.362).
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Idrica  Non identificata  Difensiva
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

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Area 4357


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala la presenza di Castel di Leva, ben visibile dall'esterno della recinzione che lo circonda. Dal parcheggio ad O della chiesa del Divino Amore è visibile, all'interno di uno spazio recintato, un probabile muro di terrazzamento con fregio in bassorilievo. A N della chiesa si notano tracce di un'area di materiale archeologico erratico.
Visibili ma non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata  Abitativa  Difensiva
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 4335


Descrizione:

Si tratta di materiale archeologico sporadico misto a materiale edilizio moderno.
Visibili

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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
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Area 4209


Descrizione:

Si tratta di un'aula termale in laterizio a pianta quadrata con lato di 11 m ca. L'aula, aperta da tre archi a doppia ghiera, in origine era coperta con volta a crociera. La cortina laterizia è costituita da mattoni di piccole dimensioni dai contorni sbalzati e, nei punti in cui è assente, lascia intravedere il conglomerato interno, costituito da inclusi di tufo e laterizi. Nell'area immediatamente circostante e sul lato S dell'aula, sono visibili altri tratti murari. Inoltre è presente del materiale archeologico sparso, costituito da alcuni fusti di colonna e da un frammento di travertino (110 x 80 x 35 cm) che sembra raffigurare una testa di leone con criniera.
E' probabile che l'area sia identificabile con l'ambiente centrale di un complesso termale datato alla prima metà del III secolo d.C., che doveva sorgere in questa zona, forse collegato ai resti rinvenuti al di sotto del livello stradale tra via Amba Aradam e via dei Laterani.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Idrica  Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Area 4203


Descrizione:

Si tratta di una grande abside con mosaico che costituisce l'unica parte superstite del cosidetto "triclinio leoniano", sala da pranzo del Patriarchio, fatta costruire e decorare da Leone III (795-816). Il monumento, forse anteriore al 799, conobbe nei secoli numerose vicissitudini che alterarono l'aspetto originario del mosaico. Alla fine del XVI secolo l'aula del triclinio fu abbattuta e venne salvata solo la nicchia con il mosaico, che fu fatta restaurare nel 1625 dal Cardinal Francesco Barberini. Durante i lavori per la nuova facciata della Basilica Lateranense, avvenuti nel 1733, il mosaico fu staccato e smembrato in varie parti, finchè Benedetto XIV (1743) lo fece ricomporre nell' attuale edicola. Questa, inquadrata da un ordine di paraste, sormontata da un timpano e preceduta da una scalinata, fu opera dell'architetto Ferdinando Fuga che, però, la collocò in una posizione piuttosto arretrata rispetto a quella originaria. L'attuale mosaico, anche se fedele nell'iconografia a quello di Leone III, risulta stilisticamente compromesso: nell'abside è rappresentato il Cristo benedicente eretto sul monticello, con i quattro fiumi simbolici, ai lati gli apostoli. Appartengono all'originario mosaico di Leone III due frammenti ora conservati nella biblioteca vaticana.
Visibili ma non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non classificata
Visibilità:   Visibile
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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma