Descrizione:
Si tratta di una grande abside con mosaico che costituisce l'unica parte superstite del cosidetto "triclinio leoniano", sala da pranzo del Patriarchio, fatta costruire e decorare da Leone III (795-816). Il monumento, forse anteriore al 799, conobbe nei secoli numerose vicissitudini che alterarono l'aspetto originario del mosaico. Alla fine del XVI secolo l'aula del triclinio fu abbattuta e venne salvata solo la nicchia con il mosaico, che fu fatta restaurare nel 1625 dal Cardinal Francesco Barberini. Durante i lavori per la nuova facciata della Basilica Lateranense, avvenuti nel 1733, il mosaico fu staccato e smembrato in varie parti, finchè Benedetto XIV (1743) lo fece ricomporre nell' attuale edicola. Questa, inquadrata da un ordine di paraste, sormontata da un timpano e preceduta da una scalinata, fu opera dell'architetto Ferdinando Fuga che, però, la collocò in una posizione piuttosto arretrata rispetto a quella originaria. L'attuale mosaico, anche se fedele nell'iconografia a quello di Leone III, risulta stilisticamente compromesso: nell'abside è rappresentato il Cristo benedicente eretto sul monticello, con i quattro fiumi simbolici, ai lati gli apostoli. Appartengono all'originario mosaico di Leone III due frammenti ora conservati nella biblioteca vaticana.
Visibili ma non accessibili
Dimensioni: 30 x 15 m ca (dim.area)
Localizzazione
I resti archeologici:
La grande nicchia si trova all'interno di un'area inaccessibile delimitata da un'inferriata con cancello.
Tipologia:
Non identificato
Funzione:
Non classificata
Visibilità:
Visibile
Riferimenti:
Guide rionali di Roma-Rione I-Monti, parte I, Roma 1982, pp.18-22.
Guida d'Italia, Touring Club Italiano, Roma 1999, pp.291-292.
Fotografie:
Fotografie attuali
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