La Carta dell'Agro segnala in questa zona la presenza di una tomba, oggi non più visibile.
Non più visibili
Dimensioni:
Localizzazione
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Tipologia:
Non identificato Funzione:
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Area 1112
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala un sepolcro denominato "sepolcro di Ottavia", localizzato al di sotto di una moderna abitazione. Si tratta di un ipogeo con dromos pavimentato in opera spicata che immette in una camera sepolcrale (3 x 3 m ca) con copertura a botte e tre arcosolii presenti sulle tre pareti. L'intera camera è affrescata con motivi a riquadri con soggetti floreali e amorini in ambiente campestre. La lunetta della parete di fondo presentava un affresco che ora si trova al Museo Nazionale Romano. La camera sepolcrale ospitava quattro sarcofagi tra cui quello di Octavius Felix; di questi sarcofagi, uno (con thiasos marino ad altorilievo) si trova al Museo Nazionale Romano ed un altro al Ministero della Pubblica Istruzione. Attualmente l'ipogeo ospita tre sarcofagi. Di questi sarcofagi solo uno è appartenente a questo sepolcro, ed è in marmo strigilato con iscrizione e teoria di delfini sul coperchio. Gli altri due sarcofagi, uno per la sepoltura di un adulto e l'altro per quella di un bambino, provengono, insieme ad un cippo in marmo, dal giardino della casa sotto cui si apre l'ipogeo e sono probabilmente da imputare ad un'altra sepoltura. Il cippo in marmo è posto, attualmente, nel dromos che è interessato da un intervento di restauro a cura della Soprintendenza Archeologica di Roma (ispettrice: Dott.ssa Santolini).
Visibili
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Area 1076
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala la presenza di resti di muratura, oggi non più visibili. La testimonianza dell'esistenza di resti in questo punto è fornita da Quilici: "Proprio dove è stata aperta via P. Alecce, fino al 1963 si vedevano i resti di un sepolcro in opera reticolata di tufo. Subito oltre questo sepolcro e costituente angolo con la via ricordata, circa 74 metri dal lato occidentale di Tor Tre Teste, sono i resti di un altro sepolcro, ancora in parte conservato. A cortina laterizia, misura 7 metri di larghezza, 4,62 metri al vano interno. Le sue pareti sono spesse da 117 a 120 cm., ed il laterizio è in pasta rosa con granuli, compatto, e modulo medio di 3 cm. di altezza, profondità 10, modulo di tre filari, con 3 malte, di 14,8 cm. All'esterno, in basso, la muratura presenta una risega larga 7,5 cm., scandita da un mattone a estremità arrotondata. [...] Da 110 ad 80 metri da Tor Tre Teste, il tracciato attuale della strada (via Prenestina, n.d.r.) corre sul sito di una villa, i cui resti furono rilevati e descritti prima della distruzione, nel 1927, dal Mottini, in occasione dell'allargamento della strada sul suo lato meridionale, mentre i resti di una cisterna, certo pertinenti alla stessa villa, furono scoperti nel 1972" (Quilici 1974, p.290).
Non più visibili
Dimensioni:
Localizzazione
I resti archeologici:
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Area 1074
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala la presenza di resti di muratura, che non è stato possibile verificare. Attualmente l'area è compresa all'interno di un terreno di proprietà privata e non è stato possibile accedervi per verificare l'esistenza di strutture antiche. La presenza di un sepolcro in quest'area è testimoniata da Quilici, che ne fornisce una dettagliata descrizione. "170 metri oltre via di Tor Sapienza, al km. 9,100, sul lato sinistro della via, si conserva ancora un grosso nucleo in calcestruzzo di selce, appartenente ad un alto sepolcro: è costituito da due muri tra di loro collegati da una volta a botte, probabilmente un tempo posta a coprire l'ambito sepolcrale. Misura 4 metri di fronte per 1,9 di profondità, e l'ambiente è alto 110 e largo 160 cm. L'altezza totale della costruzione, sul p.d.c. attuale, è di 3,2 metri. Il calcestruzzo comprende anche qualche spezzone di tufo e di calcare, la malta è abbondante. Probabilmente era rivestito in opera quadrata" (Quilici 1974, pp.285-286). Diverse le informazioni fornite da Coarelli in merito alla stessa area: "Poco dopo l'incrocio con via Tor Tre Teste, sulla sinistra, fu scoperto nel 1956, e subito distrutto, il sepolcro appartenuto all'architetto L.Cornelius, che lavorò alla ricostruzione del Campidoglio dopo l'incendio dell'83, alle dipendenze di Q. Lutazio Catulo, e nel quale si può quindi riconoscere il realizzatore del Tabularium" (Coarelli 1993, p.166). L'informazione di Coarelli è probabilmente da riferirsi ad un'altra struttura, certamente non più esistente, vicina al sepolcro descritto da Quilici.
Non rilevabili/non accessibili
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Area 1072
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala la presenza di un sepolcro attualmente non più visibile. Notizie sul sepolcro vengono fornite da Quilici: "Nel 1971, nel costruire uno stabilimento a S del km. 8,750 della via Prenestina, a 26,45 metri dalla sede stradale si è trovato, ed è stato conservato in sito, uno zoccolo di sepolcro quadrangolare in opera quadrata di tufo. La costruzione, di 9,11 x 5,60 metri di lato, presenta il perimetro costruito da un filare di grossi blocchi, lunghi 103-106, 136-148, 154-165, 187-210 cm., profondi 72-80, alt 73, uniti tra di loro, sulle testate, da grappe a coda di rondine. L'interno è riempito da scaglie di tufo. Orientato con i lati lunghi nel senso della Prenestina antica, il sepolcro se ne discosta un poco: probabilmente esso era inserito in un fitto contesto di altri sepolcri, posti su più file a lato della strada, come visto in altri posti. L'età di costruzione va riferita ad epoca repubblicana, forse al II secolo a.C." (Quilici 1974, p. 284).
Non più visibili
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