Area 52


Descrizione:

"L'attuale parco detto 'delle tombe latine' costituisce uno dei pochissimi settori della via che ha conservato, in mezzo ad uno dei più squallidi quartieri della periferia romana, il suo aspetto originario" (Coarelli 1993, p.138). Ciò si deve agli scavi eseguiti negli anni 1857-58 da un privato. Il materiale mobile allora scoperto (in particolare alcuni sarcofagi) fu acquistato dal Museo Lateranense ed è ora esposto all'interno dei Musei Vaticani.
"Dopo l'ingresso, sulla destra della strada, è il nucleo in opera cementizia di una tomba accanto alla quale si conservano resti di una abitazione. Segue, sempre sulla destra, il cosiddetto sepolcro Barberini, una tomba in laterizio policromo a due piani (in origine tre, con quello sotterraneo), ornati con paraste angolari corinzie (al piano inferiore) e composite (al piano superiore). Si accedeva all'interno da una porta posteriore, dove in origine era l'iscrizione fiancheggiata da due finestre. L'ambiente inferiore era coperto a crociera nella parte centrale, e a botte sui lati; una serie di nicchie si apre nelle pareti, tre per ognuna di esse: la centrale è più grande, ad arco. La stanza superiore, riservata al culto, era anch'essa coperta da una volta a crociera. Il sarcofago con mito di Protesilao e Laudamia, trovato in questa tomba, appartiene agli anni centrali del II secolo, data alla quale si deve attribuire anche il sepolcro.
Dopo alcune strutture minori, che si scorgono lungo i due lati della via, si giunge al cosiddetto sepolcro dei Valeri, la cui parte esterna è un rifacimento ottocentesco. Scendendo al piano inferiore, si perviene in un atrio che comunica con due ambienti opposti, coperti a volta [...].Il sepolcro si può datare, sulla base di un bollo laterizio del 159 d.C. alla fine del regno di Antonino Pio o all'inizio di quello di Marco Aurelio (160-170 circa). Segue, sempre a sinistra, il sepolcro dei Pancrazi, del cui piano sopra terra resta visibile solo un pavimento in mosaico con soggetti marini, appartenente ad un rifacimento tardo. Una scala permette di scendere al piano inferiore, semisotterraneo, costituito da due ambienti successivi. La datazione della tomba [...] va fissata in età adrianea [...]. Poco più avanti è il sepolcro dei Calpurnii, identificato da numerose iscrizioni appartenenti a questa
gens: una stanza sotterranea con arconi in laterizio, destinati ai sarcofagi" (Coarelli 1993, p.138-142).
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Funeraria
Visibilità:   Visibile
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Area 32


Descrizione:

Si tratta della torre medievale nota con il nome di "Tor Marancia", in perfetto stato di conservazione in quanto restaurata di recente. Si trova su un'altura circondata da una recinzione ma è ben visibile dall'esterno. La torre è a pianta quadrata, in blocchetti di tufo giallo, databile al XIII sec d.C, alta 15 m ca, misura 6 m per lato. Reca ancora le tracce della merlatura e numerose feritoie e fori per le travature lignee. Presenta sui lati S, E e N delle finestre rettangolari con stipiti marmorei decorate superiormente da un archetto in mattoni. L'ingresso si trova sul lato O, dove, al di sopra della porta, sono conservate tre finestre.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Difensiva
Visibilità:   Visibile
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Area 22


Descrizione:

Si tratta di materiale archeologico erratico, di provenienza sconosciuta, situato al centro della piazza, in un'area destinata a giardino pubblico. Sono visibili quattro frammenti di un architrave modanato in marmo bianco. Elemento di maggiore importanza è una statua acefala di un personaggio maschile seduto (1.30 x 1.30 x 0.60 m ca) murata sulla facciata del palazzo al civico 4.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Area 20


Descrizione:

Si tratta di due edifici a pianta circolare, tangenti ma non comunicanti tra loro, individuati nel 1940 in occasione dei lavori di apertura della via Imperiale (attuale via C.Colombo). Al di sopra degli edifici, vi era un casale demolito durante la costruzione della strada, per il quale la documentazione più antica risale al 1795.
L'edificio maggiore, in opera reticolata, è sicuramente interpretabile come una cisterna databile al secondo decennio del II secolo d.C. La cisterna è articolata in due corridoi concentrici coperti da volte e rivestiti in cocciopesto, " nel primo anulare si dispongono a raggiera dieci ambienti tra loro comunicanti tramite altrettanti archi, mentre nel corridoio più interno la volta è suddivisa in campate da cinque archi [...]. Rimane insoluto l'interrogativo sul dispositivo di adduzione dell'acqua, l'esistenza di una conduttura sotterranea o la possibilità della captazione di una sorgente sono escluse dal compatto strato di cocciopesto che ricopre in modo uniforme e senza interruzioni il pavimento nei due anulari e nel vano centrale" (Ramieri 1996, pp. 3-12). Si deve perciò pensare all'immissione di acqua attraverso un acquedotto di cui si conserva memoria nelle planimetrie settecentesche relative alla vendita del casale costruito al di sopra della cisterna.
Incerta rimane invece la destinazione dell'edificio circolare minore costruito in cortina laterizia a ridosso della cisterna, ma non comunicante con essa, datato al 225 d.C. e comunque non idoneo a contenere acqua per il ridotto spessore del muro perimetrale.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Idrica
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

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Area 1


Descrizione:

"Sepolcreto ostiense".
Sono visibili i resti di un " complesso di grande interesse, che si svolge per circa cinque secoli, dal II sec. a.C. al IV sec. d.C.[...] con una sovrapposizione dei sepolcri su più strati. La necropoli documenta molto bene il passaggio progressivo dal rito dell'incinerazione a quello dell'inumazione nel corso del II-III sec. d.C., e costituisce per questo uno degli esempi più interessanti, dal punto di vista storico, che si conoscano a Roma" (Coarelli 1993, p.218).
Per una descrizione più completa dei resti si veda : Coarelli 1993, pp.218-222; Ramieri 1996, pp. 4-11.
Coarelli considera i resti oggi conservati sotto la tettoia moderna, come facenti parte di un più ampio sepolcreto "con uno sviluppo da ovest verso est, cioè dalla via Ostiense alla Roccia di S. Paolo" (Coarelli 1993, p.218); in realtà occorre tener presente che l'estensione della necropoli doveva interessare i non troppo esigui spazi adiacenti a quest'area anche sui lati N e S.
Visibili

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Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Funeraria
Visibilità:   Visibile
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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma