Area 4845


Descrizione:

Si tratta di una porzione di colonna in granito integrata nella muratura di un palazzo che affaccia su via del Gesù. La colonna è sormontata da un capitello ionico che risulta scalpellato nel lato rivolto alla strada.
Visibili

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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
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Area 4844


Descrizione:

Si tratta di un sarcofago in marmo bianco, decorato con un motivo a bassorilievo con putti alati affrontati che sorreggono un medaglione raffigurante il sole. La fascia bassa della decorazione presenta motivi floreali, e vasi colmi di frutta e scoiattoli.
Visibili

Dimensioni:

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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
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Area 4843


Descrizione:

Si tratta di un piede sinistro, di grandi dimensioni, realizzato in marmo bianco e dotato di calzari. Secondo Coarelli il piede è appartenuto probabilmente ad una statua di culto di una divinità femminile. Era collocato, agli inizi del 1800, all'imbocco di via del Piè di Marmo, e fu spostato nella collocazione attuale nel 1878, in seguito alla parziale demolizione del Convento delle Suore Agostiniane.
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I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
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Area 4841


Descrizione:

Si tratta dell'area sacra di largo Argentina, collocata al centro della piazza. Il complesso monumentale è stato rimesso in luce dopo la demolizione di un intero quartiere, effettuata tra il 1926 e il 1929. Il primo edificio a destra è il Tempio A, il secondo in ordine cronologico del complesso, datato alla metà del III secolo a.C.. E' un periptero esastilo con sei colonne sulla fronte e sul lato posteriore e nove colonne sui fianchi. Le colonne sono in tufo rifinite a stucco, i capitelli corinzi in travertino. Il tempio reca le tracce di tre successive fasi: quella originaria, una del tempo di Agrippa e l'ultima della fine del I secolo d.C.. L'edificio è poi stato trasformato in chiesa cristiana. Può essere identificato col tempio di Iuno Curritis eretto da Q.Lutazio Catulo intorno al 241 a.C. o con quello di Giuturna costruito dal fratello omonimo negli stessi anni. Il Tempio B è il più recente, come dimostra il livello sul quale poggia, superiore agli altri. E' un edificio a pianta cicolare su podio preceduto da un portico a colonne e scalinata. Le colonne sono scanalate di tufo, i capitelli sono di travertino, corinzi. La forma del tempio e i resti di una statua di culto, ora nei musei capitolini, fanno supporre che si tratti della Aedes Fortunae Huiusce Diei, fondata da Q.Lutazio Catulo console nel 101 a.C. e da Caio Mario dopo la vittoria sui Cimbri. Il Tempio C è il più antico. E' un periptero sine postico, mancante di colonnato posteriore in quanto i colonnati laterali, secondo la moda italica, si attestavano contro il muro di fondo. Sono stati recuperati resti della decorazione architettonica che contribuiscono a datare l'edificio agli inizi del III secolo a.C..
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Culturale
Visibilità:   Visibile
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Area 4840


Descrizione:

Si tratta di una torre del XII secolo, che ha subito pesanti restauri nel 1940. Costruita in laterizio è coperta da un tetto a doppio spiovente. Sui lati si aprono piccole finestre con mostre in marmo. Nei documenti medioevali è ricordata col nome di Turris Papiti, la torre del Papetto, il quale viene identificato con Anacleto II Pierleoni, antipapa dal 1132 al 1138, al tempo di Innocenzo II Papareschi. Il nome di Anacleto II è legato alla consacrazione, avvenuta dopo un restauro, della vicina chiesa di San Nicola di Calcarario. Nel secolo XIII la torre era passata a Nicola Boccamazzi, appartenente ad una famiglia del rione Pigna. Accanto alla torre vi è un portico costruito in epoca moderna con elementi antichi scoperti nel corso delle demolizioni.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Difensiva
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma