Si tratta di due acquedotti (Anio Novus e Aqua Claudia) costruiti da Caligola nel 38 e terminati da Claudio nel 52 d.C. Si tratta della più grandiosa realizzazione tra gli acquedotti che giungeva a Roma dopo m 68.681 di percorso riunendosi all'Anio Novus, Anio Vetus e all'Acqua Marcia e continuavano insieme fino a Castel Madama. La capacità dell'Aqua Claudia era di mc 184.280 al giorno, mentre quella dell'Anio Novus era di mc 189.520 al giorno.
Il tratto si trova in un'area retrostante ad alcuni palazzi abitati, attualmente lasciata a parco ed in stato di apparente abbandono.
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Area 81a
Descrizione:
Si tratta di un sepolcro di età romana fortificato nel medioevo, a pianta quadrata, conservato in alzato per 10 m ca, solo nella facciata orientale. Il fronte O è quello meno conservato e l'altezza dell'elevato non raggiunge i 3.5 m. Ne consegue un aspetto d'insieme molto irregolare che, probabilmente, ha generato il toponimo "Torre Spaccata".
"Sappiamo, dal Tomassetti, che al fondo corrispondeva nel medioevo il nome di Favalorum, menzionato da documenti del XII e del XIII secolo, e che alla torre era dato il nome di Palazeptum. Quest'ultimo nome è attestato la prima volta solo nel XIV secolo, ma come già esistente, citato quando ad esso fu aggiunto il distintivo di S. Heufemie, essendo allora venuto in possesso di quel monastero. Il nome attuale compare nel XVII secolo e già testimonia che la costruzione era in rovina" (Quilici 1974, p.761-762). Sono distintamente riconoscibili almeno due fasi costruttive: una di epoca romana e una seconda medioevale. La struttura più antica si fonda su di un basamento in blocchi irregolari di tufo messi in opera con malta legante e usati come sostruzione. Questa sorta di basamento è stato individuato lungo i lati E e S della torre, mentre la vegetazione spontanea non ha permesso di identificarlo sui restanti lati. Sul basamento si imposta una costruzione con murature perimetrali in opera listata e pilastri angolari in laterizio riconoscibili nei quattro angoli. Il fronte E presenta altri due pilastri addossati alla muratura e collocati a dividere il muro in quattro parti eguali. La struttura è probabilmente identificabile con un sepolcro. La fase posteriore, di epoca medievale, vede la fortificazione dell'intera struttura, che viene rialzata con murature realizzate con materiale di recupero (principalmente scaglie di tufo e selce, frammenti di marmo e travertino).
Non è possibile ricostruire l'altezza raggiunta dalla torre perché gran parte dell'elevato risulta crollato, ma, sul fronte O si legge la traccia di un ricorso di buche pontaie e l'impronta dell'apertura di una finestra, che fa presupporre l'esistenza di almeno due piani in elevato. Le strutture appaiono restaurate di recente: tutte le creste delle murature sono state consolidate con bauletti di cemento, alcune parti mancanti sono state integrate e sono stati apposti puntelli di ferro passanti per rafforzare la tenuta statica dell'edificio.
Visibili ma non accessibili
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I resti archeologici:
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Non identificato Funzione:
Funeraria Difensiva Visibilità:
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Area 76a
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala la presenza di tracce di una villa di età romana (area 76b) e resti antichi pertinenti ad una cisterna. Immediatamente a N di via degli Olmi, in un'area lasciata incolta e recintata ma visibile dall'esterno, è stata individuata una struttura rettangolare, in cattivo stato di conservazione, realizzata in opera listata, con ricorsi regolari di tufelli e laterizi. Nella parte inferiore dell'elevato dei muri si riconoscono alcuni ricorsi di laterizi messi in opera senza l'alternanza con i tufelli. Lo stesso motivo architettonico è ripetuto all'incirca un metro più in alto. Il fronte E della struttura, probabilmente identificabile con una cisterna, è quasi completamente crollato e importanti lesioni si notano sul lato S. Non c'è più alcuna traccia della copertura.
Visibili ma non accessibili
Dimensioni:
Localizzazione
I resti archeologici:
Tipologia:
Non identificato Funzione:
Idrica Visibilità:
Visibile Riferimenti:
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Fotografie attuali
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Area 681c
Descrizione:
Si tratta dei resti dell'acquedotto dei Sette Bassi "...ramo dell'acquedotto privato che si stacca dall'aqua Claudia poco prima di via delle Capannelle ..." (F. Coarelli 1993, pag.151).
Questo giunge fino alla cisterna della villa dei Sette Bassi situata a E dell'ippodromo privato della villa ed è solo in parte conservato: presenta infatti dei punti di crollo nei tratti rimasti.
Visibili
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I resti archeologici:
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Non identificato Funzione:
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Area 681b
Descrizione:
Si tratta dei resti dell'acquedotto dei Sette Bassi "...ramo dell'acquedotto privato che si stacca dall'aqua Claudia poco prima di via delle Capannelle ..." (F. Coarelli 1993, pag.151).
Questo giunge fino alla cisterna della villa dei Sette Bassi situata a E dell'ippodromo privato della villa ed è solo in parte conservato: presenta infatti dei punti di crollo nei tratti rimasti.
Il tratto B si trova nell'area vincolata della villa dei Sette Bassi e prosegue nel foglio 25 C II.
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