L'area indicata dalla Carta dell'Agro dovrebbe trovarsi all'interno di Villa del Vecchio, ma non è stato possibile verificarne la presenza perchè l'area, di proprietà privata, è inaccessibile.
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Area 715
Descrizione:
Si tratta dell'ipogeo di Trebio Giusto, scoperto nel 1911, e considerato uno tra i più importanti ipogei dipinti di Roma. Nelle pareti laterali furono scavati tre loculi per parte, mentre in quella di fondo si apriva un arcosolio, entro cui era dipinto il defunto seduto su uno sgabello, con le tavolette per scrivere sulle ginocchia e un rotulus in mano, e nello spazio intorno era rappresentata una cassa per contenere i rotoli, altre tavolette e l'astuccio delle cannucce utilizzate per scrivere. Sulla curva dell'arcosolio è l'iscrizione dedicatoria di Trebio Giusto e di sua moglie Onoratia Severina al figlio Trebio Giusto, soprannominato Asinello, che morì all'età di ventuno anni. Al di sopra dell'arcosolio è dipinto il defunto seduto in cattedra, mentre i suoi genitori tendono a lui un drappo su cui sono oggetti preziosi. Al di sotto dell'arcosolio è invece rappresentato il defunto che impartisce ordini ai contadini che gli hanno deposto davanti delle ceste con prodotti agricoli.
Sulla parete di sinistra sono invece raffigurati cinque muratori, su un ponteggio, che costruiscono un edificio in mattoni. Sulla parete opposta è invece un uomo con bastone che discute con un personaggio, il magister Generosus, caratterizzato dalla cazzuola e dall'assicella. Ai due lati dell'ingresso sono infine dipinti due muli accompagnati dai rispettivi conducenti.
L'ipogeo è stato datato agli inizi del IV secolo d.C.
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Area 714
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala la presenza di una tomba (area 203) e delle catacombe di Aproniano. La catacomba di Aproniano (il nome le deriva dal proprietario del fondo su cui sorgeva) fu scoperta nel 1937. "Lungo la scala di accesso sono fissate alcune iscrizioni, la maggior parte delle quali proveniente probabilmente dalla necropoli di superficie. Le gallerie formano tre piani sovrapposti; non vi sono pitture, e le tombe sono tutte del IV secolo" (Coarelli 1993, p.132). I cubicula sono piuttosto modesti, alcuni destano interesse per la loro architettura a colonne ricavate nel tufo e stuccate, sia ai due lati dell'ingresso che all'interno. Al di sopra delle catacombe sorgeva la piccola basilica con la tomba di S. Eugenia. Sembra, inoltre, che Adriano I vi avesse edificato un monastero femminile, di cui però non resta alcuna traccia.
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Area 711
Descrizione:
La Carta dell'Agro segnala la presenza di un'area sepolcrale che non è stato possibile verificare.
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Area 706
Descrizione:
All'interno del convento dei Padri Marianisti, si trova un gruppo di tombe portato alla luce nel 1848, al momento della costruzione del convento. "Si tratta di colombari in reticolato e in laterizio, databili tra la tarda repubblica e l'inizio dell'impero. Tra i materiali conservati nel cortile, è importante l'iscrizione di un mercante d'olio, Publius Barbatius, liberto di un Marco, databile ancora all'inizio del I sec. a.C. (Coarelli 1993, p.130).
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