Area 2237


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala in quest'area la presenza dei resti del casale "Delli Bravi dei Massimi". Si è potuto accertare è che i resti si riferiscono ad una struttura (probabilmente da identificare con una cisterna di età romana) a pianta rettangolare costruita con scaglie di selce e tufo legate da malta. Il perimetro della struttura presenta contrafforti angolari (sei sui lati lunghi e quattro sui lati corti).
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 2190


Descrizione:

I resti del ponte segnalati dalla Carta dell'Agro si trovano nell'area del fosso della Magliana, esattamente sotto il ponte attuale in cemento armato di via della Pisana. Tali resti sono ora visibili in quanto il letto del fosso è stato in questo punto appena ripulito, ed i suoi argini sono stati rinforzati da grossi blocchi di pietra, legati insieme da rete metallica.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Viaria
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 2173


Descrizione:

Si tratta di uno spargimento di frammenti fittili e di scaglie di selce.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 2158


Descrizione:

Si tratta di tre grotte, ricavate nel banco di tufo, i cui ingressi si trovano ad un'altezza di 9 m ca rispetto al piano di calpestio. Gli ingressi delle grotte sono di varie dimensioni, uno più grande (4 x 3 m ca) e due più piccoli (3 x 2 m ca). Probabilmente si tratta di cunicoli e gallerie finalizzati allo sfruttamento dell'area per l'estrazione di tufo.
Visibili ma non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 2040


Descrizione:

Si tratta del tempio della Dea Dia, noto anche come tempio dei fratres Arvales, situato fra il V e il VI miglio della via Campana, al limite del territorio romano primitivo, l'ager Romanus antiquus.
Attualmente, i resti sono visibili all'interno di un seminterrato adibito a cantina di un ristorante e consistono in alcune strutture murarie, pilastri in opera laterizia, e volte, inglobati nelle murature stesse del seminterrato.
Il tempio, originariamente a pianta circolare, costituiva l'edificio di culto del vasto santuario della Dea Dia, di cui facevano parte anche il Caesareum, il Tetrastylum, il circo e le terme (cfr. area 2038), noti da rinvenimenti epigrafici e identificati grazie agli scavi effettuati, a partire da 1975, dalla Scuola Archeologica Francese.
Si è potuto così stabilire che il complesso, risalente all'età repubblicana, fu integralmente ricostruito sotto Alessandro Severo, che unificò i vari edifici entro un grande portico, chiuso a N dal tempio e a S dal Tetrastylum. Il santuario, già in stato di abbandono nel IV secolo d.C., venne probabilmente distrutto nel V secolo.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Culturale
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Un progetto a cura di
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Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma