Area 3851


Descrizione:

Si tratta di una grande proprietà privata caratterizzata da un complesso di casali in gran parte abitati e in ottimo stato di conservazione. Dei sei corpi di fabbrica tre risultano restaurati di recente e sono in affitto a privati, due non sono restaurati di recente ma abitati e di proprietà dei contadini che vi lavorano, ed infine uno è utilizzato come magazzino per la rimessa delle macchine agricole. In tutto il terreno circostante i casali sono visibili numerosi frammenti di elementi architettonici di epoca romana: capitelli, cornici marmoree e colonne in marmo, blocchi di tufo e peperino, capitelli in tufo. Nel limite meridionale dell'area occupata dai casali si trova, all'interno di un giardino, un piccolo pergolato coperto da edera e glicini in cui sono visibili colonne in marmo e grandi blocchi squadrati (100 x 70 cm ca) di peperino. Pochi metri a N di questa struttura è visibile un viottolo che la collega all'ultimo casale a S dell'area. Questo breve tratto di 5 m ca è costituito da basoli di una strada romana, sicuramente riutilizzati dopo essere stati trovati durante i lavori di aratura dei terreni circostanti. Immediatamente a N dell'area occupata dai casali è visibile un ampio tratto di frammenti fittili affioranti dal terreno, costituito da materiale edilizio e ceramica di età romana. Il casale La Barcaccia, l'area di frammenti fittili ed il materiale archeologico erratico ad esso pertinenti, sono già stato oggetto di ricognizione da parte di Quilici e De Rossi.
Quilici descrive un'ampia area di frammenti fittili che si estende a NO del casale La Barcaccia per 130 m ca, costituito da una "grande quantità di tegole, mattoni, calcinacci, spezzoni di marmo bianco, di tufo rosso e di peperino [...] Molta la ceramica d'uso comune, in pasta arancione, o beige, o rosa, molto chiara, dura e compatta [...] Al limite del campo, presso il casale, portati fuori dall'aratro, ho visto una gran quantità di blocchi di tufo; [...] ammucchiati su questo lato del campo, inoltre, una gran quantità di basoli di selce ed un blocco parallelepipedo di travertino di 100 x 35 x 30 cm" (Quilici 1974, p.842). Oltre a questi reperti Quilici descrive anche due capitelli ed una cornice angolare in marmo. De Rossi colloca invece l'area di frammenti fittili in un punto più spostato rispetto a quello di Quilici e della Carta dell'Agro, esattamente 150 m ca ad E dell'area del casale La Barcaccia. Si tratta di resti di materiale architettonico di età romana, costituito da mattoni, tegole, frammenti di strutture cementizie, blocchi di peperino, frammenti di dolia e di lastre in marmo e molti basoli divelti e accatastati accanto ad una siepe.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata  Abitativa  Produttiva
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 3840


Descrizione:

La Carta dell’Agro segnala la presenza di un’area di frammenti fittili, oggi non più visibile.
Non più visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Non visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

Fotografie aeree

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Area 3832


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala la presenza di un'area di frammenti fittili che non è stato possibile verificare.
Non rilevabili/non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Non accessibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

Fotografie aeree

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Area 3824


Descrizione:

Si tratta del complesso di Sant'Ippolito, attualmente composto da un campanile cosmatesco del secolo XII e da un casale costruito nel 1755, in origine importante luogo di culto paleocristiano. Gli scavi hanno dimostrato che, prima dell'impianto della basilica paleocristiana di S. Ippolito, la zona era intensamente urbanizzata: a N della chiesa sono stati rinvenuti ambienti in opera reticolata di incerta funzione che si spingevano sino alla Fossa Traianea (cfr. area 3826); sotto la basilica stessa, invece, sono stati visti degli ambienti termali, forse da collegarsi con le terme situate a NO (cfr. area 3825).
A questa occupazione seguì una fase di necropoli, sulla quale si impiantò il santuario cristiano con un primo edificio absidato e, infine, con la basilica della fine del IV secolo d.C.. Questa, orientata come il luogo di culto precedente, ma posta a un livello più alto, era a tre navate (successivamente ridotte a una) ed era dotata di un avancorpo (forse un portico). Nel settore presbiteriale si distinguono i resti della primitiva abside e degli edifici romani in opera reticolata.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata  Culturale  Abitativa  Produttiva
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Area 3809


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala la presenza di tracce di una torre e di materiale archeologico sporadico di cui non è stato possibile verificare l'esistenza.
Non rilevabili/non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata  Difensiva
Visibilità:   Non accessibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma