Area 1019


Descrizione:

All'altezza del km. 10,350 della via Nomentana, su una piccola altura a sud della strada, sono visibili resti di strutture di epoca medioevale con molta probabilità costruite su un precedente edificio di età romana, oggi note con il nome di Ruderi del Coazzo. Quelle poste più a nord sono due strutture ortogonali conservate per un'altezza di 6 metri circa: la prima, con orientamento NE-SO, è realizzata in conglomerato di scaglie di selce e tufo unite da malta violacea e rivestita da una cortina in blocchetti di tufo; la seconda, con orientamento E-O, è in conglomerato di scaglie di selce, tufo, marmo e frammenti di laterizi e presenta una cortina in tufelli con ricorsi di laterizi. La terza struttura, posta a sud delle precedenti e parzialmente interrata, è realizzata in conglomerato di scaglie di tufo con cortina in blocchetti dello stesso materiale e mostra due vani, coperti da volta a botte, sui quali doveva in origine impostarsi un livello superiore. E' conservata per un'altezza di 3 metri circa.
Ai piedi e intorno alle strutture si nota una grande concentrazione di materiale archeologico di età romana: frammenti di tegole, laterizi, tufelli, travertino, lastrine pavimentali di marmo, tessere di mosaico, ceramica di uso comune, sigillata italica ed africana, ceramica aretina, frammenti di dolii e di intonaco dipinto. Una grande concentrazione di frammenti, in parte dilavati dalla sommità dell'altura, si trova anche a sud delle strutture.
Il complesso dei Ruderi del Coazzo, conosciuto anche con il nome di Torracci di S. Basilio e risalente al XIII secolo è, con molta probabilità, quanto rimane di un antico insediamento monastico di tipo rurale situato a poca distanza dal Casale di S. Basilio (area 630a). I ruderi, conosciuti nel Medioevo con il nome di S. Agata in quanto appartenuti all'omonima diaconia urbana, devono il loro attuale toponimo Coazzo ad una corruzione del nome Iacobacci, famiglia alla quale questi edifici appartennero nel XVI secolo (il complesso nel Medioevo rientrava, infatti, nelle proprietà della Basilica Vaticana la quale, in seguito al sacco di Roma del 1527, fu costretta per ragioni economiche a cederlo ad un tale Cola de Iacopatiis). La denominazione di S. Vasile, data all'edificio nella Carta di Eufrosino della Volpaia del 1547 (dove peraltro è indicato come già in rovina), ha invece fatto pensare ad una possibile identificazione dei ruderi con il vecchio Casale di S. Basilio, piuttosto che ad una costruzione rurale annessa allo stesso. Il complesso è segnalato in molti studi topografici sulla zona.
Le strutture devono essere state edificate su un precedente impianto di età romana come testimoniato dalla grande quantità di frammenti sparsi intorno ai ruderi e come già rilevato in precedenti indagini di superficie condotte negli anni '70. La presenza di una grande concentrazione di materiale archeologico in questo punto, risalente ad epoca arcaica, alto, medio e tardo repubblicana, è infatti segnalata da L. Quilici unitamente al rinvenimento di frammenti di epoca tardo repubblicana ed imperiale soprattutto nel settore nord ovest dell'area occupata dai ruderi (in questo punto L. Quilici, oltre alla presenza di materiale frammentario, segnala anche il rinvenimento di strutture murarie in opera reticolata e di molti basoli divelti).
Il complesso di età romana doveva in origine estendersi verso la via Nomentana e, forse, proprio a strutture connesse con questo impianto potrebbero riferirsi alcune distruzioni segnalate da R. Lanciani,verificatesi nel 1836 (in particolare veniva indicata la distruzione, da parte di alcuni operai addetti al restauro della via Nomentana, di alcune strutture con pavimenti in opus spicatum situati nella tenuta di S. Basilio della Propaganda, nel quarto detto il "Torraccio").
Nel 1978, in seguito alla distruzione di altre strutture murarie -verificatasi in concomitanza con i lavori per la costruzione di un campo di calcio- è intervenuta sul posto la Soprintendenza Archeo

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


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Area 10


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala la presenza di una villa di epoca moderna e di una grotta, che non è stato possibile individuare.
Non rilevabili/non accessibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata  Abitativa
Visibilità:   Non accessibile
Riferimenti:


Fotografie:

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Area 4088b


Descrizione:

La Carta dell'Agro segnala la presenza di un'area di frammenti fittili visibile in parte, all'interno di un terreno coltivato.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

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Area 3915


Descrizione:

Si tratta di resti di muratura in cementizio e scaglie di selce disposti parallelamente al tracciato della via Anagnina. Le strutture, coperte dal muro di recinzione di un palazzo, sono probabilmente i resti di una fondazione di età romana.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

Fotografie attuali

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Rilievi



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Area 1572


Descrizione:

Si tratta dei resti di una struttura muraria rettilinea, orientata NO-SE, coperta parzialmente da una struttura moderna di terrazzamento pertinente ad una proprietà limitrofa. I resti antichi sporgono dalla struttura moderna per poco meno di 1 m ca. In questo stesso punto della via Prenestina, Quilici segnala la presenza dei resti di una villa romana. "Il Rosa notò, a N dell'attuale km. 10,720, una villa, orientata SO-NE, della quale delineò il perimetro meridionale (al quale dovrebbero appartenere le strutture identificate n.d.r.), una struttura interna parallela al lato lungo ed un corpo quadrangolare entro il limite N. L'Ashby, a sua volta notò anch'egli resti della villa, che però ubica più a N, 120 metri dalla strada, ove il colle presenta il suo punto più elevato. Anche il Lanciani segnala la villa, spostandola però leggermente a S, notandone le grandi dimensioni, comprese in un perimetro indicativo di 120 x 100 metri, col lato lungo contiguo alla consolare" (Quilici 1974, pp.303-304). Del muro attualmente visibile rimane solo il conglomerato cementizio interno e non vi è più traccia della cortina di rivestimento.
Visibili

Dimensioni:

Localizzazione

I resti archeologici:

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Non identificata
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:


Fotografie:

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Un progetto a cura di
Università di Roma Tor Vergata
Carma
Cester Impresa
In collaborazione con
Mibac
Comune di Roma