Descrizione:
Si tratta della chiesa medievale di S.Prassede, che in origine ebbe la struttura di un titulus, il titulus Praxedis, edfificato tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d.C. (menzionato per la prima volta in un’iscrizione del 489 d.C.) e dedicato a S.Prassede. Questa, secondo una tarda tradizione agiografica, era sorella di S.Pudenziana, la cui chiesa sorge qui vicino (cfr. 4139), e figlia del senatore Pudente, e fu martirizzata sotto Antonino Pio (140-155 d.C.). L’antica chiesa paleocristiana fu probabilmente costruita su resti romani: infatti nelle immediate vicinanze è stata rinvenuta un’insula, all’interno della quale sono state scoperte tracce della basilica paleocristiana. Questa aveva un orientamento opposto a quello attuale, era suddivisa in tre navate con colonne di reimpiego e conclusa da un’abside semicircolare; i resti del colonnato e dell’abside sono stati individuati all’interno del piccolo cortile che precede la chiesa. L’impianto, utilizzato per molto tempo, fu restaurato per la prima volta da papa Adriano I (772-795) e pochi decenni dopo da Pasquale I che, appena nominato ponteficie (817), decise di ricostruire completamente la chiesa cui appartiene la facciata laterizia a capanna attualmente visibile. Interventi successivi avvennero nel XV e nel XVII secolo.
Capovolto l’orientamento dell’aula paleocristiana, anche questa chiesa fu caratterizzata da una pianta absidata a tre navate con colonnati architravati e transetto, mentre la facciata era preceduta da un avancorpo che dava un aspetto più solenne a tutto il complesso. Dal protiro che precede la porta d’ingresso su via S.Martino ai Monti, una scala a due rampe conduce al cortile antistante la facciata, in corrispondenza della quale si trovava forse l’abside di IV-V secolo. Nell’area del presbiterio fu costruita una cripta semianulare con soffitto piano, provvista di due scale che consentivano ai fedeli di visitare le reliquie di circa duemila martiri che papa Pasquale I prelevò da varie catacombe, soprattutto da quella di S.Alessandro sulla via Nomentana, e fece trasferire nella nuova chiesa. Sulla navata destra il pontefice fece costruire il sacello dedicato a S.Zenone e destinato a cappella funeraria della madre Teodora; l’ingresso alla cappella è costituitoda un grande portale con coppia di colonne di granito nero, capitelli e basi altomedievali e un architrave su cui poggia un'urna funeraria del III secolo d.C.. La cappella è a pianta quadrata e mantiene ancora il bellissimo pavimento originario, opus sectile del IX secolo. Mentre, il pavimento della chiesa, di tipo cosmatesco, risale ad un restauro del 1927.
I mosaici che costituiscono la decorazione dell’arco trionfale e dell’abside e quelli che caratterizzano la cappella di S.Zenone, rappresentano l’aspetto più suggestivo della chiesa di S.Prassede e costituiscono uno dei più importanti esempi di arte medievale a Roma.
Visibili
Dimensioni: 45 x 50 m ca (dim. resti)
Localizzazione
I resti archeologici:
Alla basilica si accede esclusivamente dall’ingresso sulla via omonima, mentre quello principale che si apre su via di S.Martino ai Monti è abitualmente chiuso.
Tipologia:
Non identificato
Funzione:
Culturale
Visibilità:
Visibile
Riferimenti:
Guide Rionali di Roma-Regio I-Monti, parte II, Roma 1984, pp.56-70.
F.Gizzi, Le chiese medievali di Roma, Roma 1995, pp.50-52.
Guida d’Italia, Touring Club Italiano, Roma 1999, pp.293-295.
D.Mazzoleni, I mosaici di Santa Prassede a Roma, in Archeo, anno VII, numero 1, Gennaio 1993, pp.100-113.
Fotografie:
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