Descrizione:
Si tratta dei resti di una cisterna romana segnalata dalla Carta dell'Agro, e oggi non più visibile perchè completamente obliterata da edifici moderni. Da notizie raccolte dagli Atti della Accademia Nazionale dei Lincei (Lissi Caronna 1968) si sa che tale cisterna è posta circa 80 m a SE della cisterna 662a ed è stata scoperta nell'aprile del 1965, durante lavori per la costruzione di un edificio in via Tito Labieno. Attualmente la struttura non è più visibile perchè completamente obliterata dall'edificio suddetto. La cisterna, indagata parzialmente, aveva la muratura in conglomerato cementizio, composto da scaglie di selce legate da abbondante malta grigia ed era rivestita da uno strato di opus signinum. I muri messi in luce misuravano 24.50 m ca (muro NE, che prosegue in via Tito Labieno) e 8 m (muro NO). Questa struttura doveva probabilmente far parte del complesso della villa delle Vignacce. Tra i materiali di scarico rinvenuti all'interno della cisterna, si segnala una copia in marmo lunense di un ritratto di Menandro, datata intorno alla metà del II secolo d.C.
Non più visibili
Dimensioni:
Localizzazione
I resti archeologici:
L'area insiste su di una zona totalmente edificata.
Tipologia:
Non identificato
Funzione:
Idrica
Visibilità:
Non visibile
Riferimenti:
"Carta dell'Agro" (1988), 1990 F 25 n.181: Cisterne.
E.Lissi Caronna, Atti della Accademia Nazionale dei Lincei, anno CCCLXV, Notizie degli Scavi di Antichità, serie ottava, vol.XXII, Roma 1968, pp.16-21.
Fotografie:
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