Area 156ai


Descrizione:

Si tratta dei resti delle mura Aureliane, compresi tra il lato S dei Castra Praetoria e l'antica via Praenestina, e rilevati per un totale di 1355 metri. L'imperatore Aureliano nel 271 avviò la costruzione delle mura che, al momento della sua morte, dovevano essere quasi completate anche se furono condotte a termine da Probo. Il percorso complessivo della fortificazione è di poco inferiore ai 19 Km: esso segue una linea strategica che include le colline, ed evita di lasciare all'esterno costruzioni di grandi dimensioni. Il muro, di mattoni (alto circa 6 metri e spesso 3.50) era dotato ogni cento piedi (m 29.60) di una torre a pianta quadrata, con camera superiore per le baliste. Le porte più importanti erano costituite da due ingressi gemelli, coperti ad arco, con paramento in travertino, e inquadrati da due torri semicircolari. In altri casi, l'arco doppio era sostituito da un arco semplice, mentre le porte più modeste, prive di apposite torri, si aprivano al centro di un tratto di mura compreso tra due torri quadrate.
Il primo restauro è opera di Massenzio e si può agevolmente distinguere per la tecnica muraria, per lo più in opera listata (costituita da ricorsi orizzontali di mattoni e di blocchetti di tufo).
I lavori più importanti e massicci furono però quelli compiuti all'epoca di Onorio e Arcadio, negli anni 401/402, per far fronte agli attacchi dei Goti. Si trattò di raddoppiare l'altezza del muro. Il precedente cammino di ronda venne sostituito da una galleria coperta, nella quale si aprono numerose feritoie. Al di sopra di essa è un nuovo cammino di ronda, munito di merli. Tra le varianti principali al percorso va citata l'inclusione del Mausoleo di Adriano nella fortificazione, come castello avanzato sulla riva destra del Tevere. Gli ingressi gemelli di alcune porte furono allora ridotti ad uno solo e le torri rialzate e rinforzate. Altri restauri si ebbero nel corso del VI secolo d.C., nel periodo delle guerre gotiche, principalmente ad opera di Belisario.
Si tratta dei resti dell'antica Porta Tiburtina, ricavata da un fornice monumentale preesistente, costruito per consentire il passaggio al di sopra della via Tiburtina di un gruppo di acquedotti (Aqua Marcia, Aqua Tepula, Aqua Iulia) e restaurato in età augustea.
L'arco augusteo in travertino è perfettamente conservato, presenta dei
pilastri tuscanici, chiavi di volta ornate con bucrani, e sorge ad un livello inferiore rispetto all'attuale piano di calpestio. E' sovrastato da un attico a due piani, attraversato dagli spechi degli acquedotti visibili in sezione sul lato destro della porta. Qui i canali sovrapposti dei tre acquedotti sono facilmente riconoscibili,
l'inferiore, in blocchi di tufo è quello della Marcia, quello intermedio
appartiene alla Tepula, il superiore alla Iulia. Sull'attico sono conservate due iscrizioni, una di Augusto, risalente al 5 a.C. ed una risalente a Tito del 79 d. C. in cui si menziona il restauro dell'Aqua Marcia. Arcadio e Onorio, durante i lavori di restauro delle mura (405), fecero costruire un ulteriore porta più esterna, distrutta da Pio IX nel 1869. L'iscrizione onoriana relativa al restauro delle mura è conservata sul lato opposto visibile da via di Porta Tiburtina.
Ai lati della porta, sono visibili due torri quadrate erette dal cardinal Alessandro Farnese a sostituzione di quelle rotonde precedenti. La Porta Tiburtina prese nel Medioevo il nome di Porta S.Lorenzo, dalla basilica omonima e anche quello di Porta Taurina, da un rilievo classico, ancora esistente, che raffigura una testa di bove.
Visibili

Dimensioni: Dimensioni non rilevate

Localizzazione

I resti archeologici:

Attualmente la porta è interessata da lavori di restauro.

Tipologia:   Non identificato
Funzione:   Idrica  Difensiva
Visibilità:   Visibile
Riferimenti:
F.Coarelli, Roma, Guide Archeologiche Mondadori, Milano 1994, p. 29. Guida d'Italia, Touring Club Italiano, Roma 1993, pp. 653-654. L.Quilici, Gli acquedotti di Roma, in Archeo n.53, Luglio 1989, p. 71. A.M.Ramieri, Per difendere Roma, in Archeo n.171, Maggio 1999, pp. 36-50. A.Ravaglioli, Le mura di Roma, Roma 1996, pp. 27-28. R.A.Staccioli, Gli acquedotti di Roma antica, Roma 1996, pp. 31-35. S.Vasco, Guide Rionali di Roma-Rione XV- Esquilino, 1978, pp. 15-16.


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