Descrizione:
Si tratta del complesso di S. Maura (la c.d. chiesa), del quale si conservano ancora i ruderi di un'abside con la volta a SE e resti delle murature adiacenti, in calcestruzzo e paramento in opera listata, di tufi e laterizi. Sono visibili nella copertura della volta l'impiego di anfore di alleggerimento e poche tracce dell'intonaco originario. "Completa l'immagine della costruzione uno schizzo del Rosa, che qui vide al suo tempo ancora quasi completi i quattro lati dell'impianto basilicale [...]. Il Lanciani l'accennò come tutta dipinta e la riferì al V secolo [...]. La forma basilicale dell'aula ha fatto naturalmente pensare ai resti di una chiesa: notiamo però che il suo impianto, quale ci viene restituito dal Rosa (in particolar modo la sua poca profondità), ci riportano alle forme civili dell'architettura classica. Riguardo al toponimo, il Tomassetti ricorda quello del fundus Mauricis della massa Varvariana, ricordata nel patrimonio labicano del regesto di Gregorio II, dal quale potrebbe aver derivato il nome la località, ma non il monumento.
Visibili
Dimensioni: 5.42 m ca (larghezza abside desunta da Quilici 1974, pp.745-753) 3.8 m ca (profonditÓ abside desunta da Quilici 1974,pp.745-753)
Localizzazione
I resti archeologici:
La struttura è poco visibile in quanto l'area è interessata da fitta vegetazione.
Tipologia:
Non identificato
Funzione:
Non identificata
Visibilità:
Visibile
Riferimenti:
"Carta dell'Agro" (1988), 1990 F 25 n. 82: Chiesa di S. Maura.
L. Quilici, Collatia, Roma 1974, p.745-753.
Fotografie:
Fotografie attuali
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